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Calo record degli aborti in Italia: nel 2018 poco più di 76mila

Calo record degli aborti in Italia: nel 2018 poco più di 76mila

In leggero aumento il numero dei medici obiettori
In totale nel 2018 sono state notificate 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza, confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno (-5,5% rispetto al 2017) a partire dal 1983. E’ quanto evidenzia la Relazione al Parlamento sulla Legge 194 depositata dal ministro Speranza nei giorni scorsi. Questo è il quinto anno in cui è stato notificato un totale di IVG inferiore a 100mila casi: il numero delle IVG è più che dimezzato rispetto ai 234.801 casi del 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Tutti gli indicatori confermano il trend in diminuzione: il tasso di abortività (numero di Ivg rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), è risultato pari a 6,0 per 1.000 nel 2018, con una riduzione del 4,0% rispetto al 2017 e del 65,1% rispetto al 1982. Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.Il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è diminuito in tutte le aree geografiche, ma diminuzioni percentuali particolarmente elevate si osservano in Umbria, Molise, Sardegna, Puglia, PA di Trento e Valle D’Aosta, mentre Marche, Friuli Venezia Giulia e PA di Bolzano mostrano un lieve aumento di interventi e di tassi di abortività.I tassi di abortività più elevati restano fra le donne di età’ compresa tra i 25 e i 34 anni. Per quanto riguarda la distribuzione percentuale, nel 2018 il 47,5% delle donne italiane che hanno abortito era in possesso di licenza media superiore, mentre il 44,7% delle straniere aveva la licenza media. Il 48,6% delle italiane risultava occupata (in aumento rispetto al 2017, quando le occupate erano il 46,9%), mentre per le straniere la percentuale delle occupate è del 38,2%, dato anche questo in aumento rispetto all’anno precedente. Per le italiane la percentuale delle nubili (61,3%) è in aumento e superiore a quella delle coniugate (32,4%), mentre per le straniere le percentuali nei due gruppi sono molto più simili (47,5% le coniugate, 47,3% le nubili). Il 45,3% delle donne italiane che ha eseguito una IVG non aveva figli.Dopo un aumento importante nel tempo, le interruzioni di gravidanza tra le donne straniere si sono stabilizzate e negli ultimi anni hanno mostrato una tendenza alla diminuzione. Se nel 2018 rappresentano il 30,3% di tutte le Ivg, valore identico a quello del 2017 ma inferiore al 33,0% del 2014, il tasso di abortività delle donne straniere continua a diminuire con un andamento costante (14,1 per 1000 nel 2017 rispetto a 15,5 nel 2016, 15,7 nel 2015 e 17,2 nel 2014). Le cittadine straniere permangono, comunque, una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane: per tutte le classi di età le straniere hanno tassi di abortività più elevati delle italiane di 2-3 volte.Nel 2018 le Regioni hanno riferito che ha presentato obiezione di coscienza il 69% dei ginecologi, il 46,3% degli anestesisti e il 42,2% del personale non medico, valori in leggero aumento rispetto a quelli riportati per il 2017 e che presentano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie.
Fonte: askanews.it

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